torno a scrivere dopo un giorno dalla paranoia di Riki.....
in effetti il camp appare come un'isola felice ma in realtà è una specie di campo di concentramento: il tipo che lo gestisce (l'australiano Josh) se ne sbatte di tutto e pensa che cucinare una zuppa come cena sia sufficiente per sfamare 20 persone che surfano tutta la giornata; come se non bastasse non sa darti informazioni basilari su come sopravvivere in bali.
Fortunatamente siamo riusciti ad organizzarci e la vacanza ha avuto una svolta!
Ieri ho lasciato Riki al camp a lavorare e me ne sono andato a Ulu Watu per vedere qualcosa di diverso dalle solite spiagge. Finalmente ho trovato alcuni baretti dove rilassarsi in riva all'oceano e farsi qualche massaggio. Niente a che fare con Dreamland, in confronto preferisco l'Italia.
Oggi ancora meglio..... surf in Balangan e nel pomeriggio viaggio on the road su due ruote. All'inizio un po' di difficoltà ad abituarsi alla guida sulla sinistra ed ai motorini degli indigeni che sfrecciano a velocità assurde ma poi tutto tranquillo (a parte un incrocio che ho preso "all'italiana", per poco non faccio un frontale con un van balinese nel mezzo di una cerimonia religiosa!).
La serata finisce in bellezza perchè al camp, non so per quale motivo, finisce l'acqua che usano per cucinare e quindi si va tutti a mangiare fuori. Mezzo ristorante occupato dalla nostra tavolata, atmosfera rilassata.
Da domani trasferimento in Kuta: "addio campo di concentramento.... get this party started!"